STEP #14 - La cosa come simbolo

Nel I sec. a.C. un ricco mercante armò una nave da trasporto, lunga circa 40m e larga 10 m, al fine di commerciare, nelle colonie romanizzate della Gallia e della Spagna, le produzioni dell’eccellenza campana, sia alimentari sia ceramiche. 
La nave nonostante la grande mole, solcava i mari sospinta esclusivamente dal vento, grazie all’estesa vela issata su un albero di ben 50 cm di diametro.
All’interno della nave ne furono caricate fino a dieci mila, disposte su cinque strati sovrapposti, con il puntale dell’anfora superiore trattenuto tra i colli delle inferiori. 
Purtroppo il corno non fu sufficiente, perché la nave, salpata dalla Campania, incontrò una violenta tempesta nei pressi di un centro abitato denominato Albingaunum. Nonostante il vicino riparo del porto e un agevole approdo sull’isola Gallinara, la nave, sospinta dal vento e dal mare, si inclinò a tribordo e si inabissò. Il carico scivolò verso il lato destro e il grande peso delle anfore, circa 45kg l’una da piene, sommato all’urto contro il fondale provocò la rottura dello scafo all’altezza del ginocchio (punto di raccordo fra il fondo della nave e la murata).

Fonte:
https://www.albengacorsara.it/corsara/2013/04/27/la-nave-romana-di-albenga-storia-di-un-mercante-sfortunato/

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